Progettare
uno stadio
Architetture e tecnologie per la costruzione e gestione del territorio
Emilio Faroldi, Davide Allegri, Pietro Chierici, Maria Pilar Vettori
Maggioli Editore
Sant’Arcangelo di Romagna (RN)
2007
ABSTRACT
La dinamica evolutiva della nuova città è orientata a un fattivo dialogo con le preesistenze ambientali e paesaggistiche, superando i valori squisitamente retorici, adottando nuovi lineamenti di pensiero, oggettivi e prestazionali, quali l’eco-compatibilità e la sostenibilità degli interventi, uniti al concetto di valorizzazione dei beni materiali e virtuali. Tendenze, queste, sensibili al superamento di regole funzionali, atte a interpretare gli aspetti morfologici alla luce di fattori e variabili sia naturali sia artificiali, rispettose dei vincoli di matrice socioeconomica, fisico-ambientale, culturale e insediativa. L’aggiornamento degli strumenti di governo e gestione del territorio alle differenti scale, riferibile all’emergere di nuovi quadri esigenziali, pone la questione ambientale al centro del dibattito, coinvolgendo in una logica di interdisciplinarietà geografie culturali e settori sino a oggi considerati di frontiera. I nuovi scenari dell’architettura sono interessati da contaminazioni che mutano gli approcci delle discipline consolidate. L’incipit della salvaguardia e tutela delle risorse rappresenta il fenomeno nodale del rinnovo urbano, non solo tramite istanze conservative e di congelamento dei beni, bensì attraverso la creazione di nuove progettualità tese alla valorizzazione degli elementi, dei manufatti, del paesaggio nella sua più ampia accezione. All’interno dei processi di riqualificazione urbana e di trasformazione del territorio, lo stadio per il calcio, elevato a infrastruttura culturale polifunzionale, consente di indagare la relazione tra i fattori innovativi della produzione architettonica e i nuovi modelli organizzativi per la gestione dei progetti a vasta scala, incorporando i temi della complessità, multidisciplinarietà e interscalarità che alimentano l’attuale dibattito relativo alla trasformazione del territorio, avvalendosi dei nuovi paradigmi scientifici del progetto tecnologico. Tra i principali temi del dibattito emergente, quello della competizione tra distretti culturalmente omogenei, inevitabilmente connesso alla ricerca di nuovi strumenti di sviluppo, riveste un ruolo caratterizzante delle politiche di riqualificazione territoriale. Lo stadio contemporaneo costituisce un modello architettonico in grado di produrre servizi, competitività e innovazione, rappresentando un’opportunità e un veicolo di contenuti sociali ed economici attraverso la creazione di occasioni ed esperienze di relazione. Il confronto e l’integrazione con il contesto culturale e territoriale, la complessità tecnologica, funzionale e gestionale delle sue componenti, fanno evolvere il progetto “stadio” a processo articolato in fasi parallele e multi-scalari, in cui i temi della multifunzionalità, della flessibilità e della sicurezza divengono le chiavi di interpretazione delle attuali strategie di intervento edilizio alla scala urbana, in un’ottica di progettazione sostenibile e socialmente integrata. Lo stadio svolge un ruolo di attivatore sociale, in grado di accogliere e soddisfare le esigenze e le necessità espresse dalla società, rafforzando il legame con la comunità di riferimento, accrescendo il valore percepito e la soddisfazione attesa dalla fruizione dell’impianto stesso. Il lavoro intende indagare i nuovi paesaggi tecnologici, esplorando analiticamente le fasi di progettazione, costruzione e gestione di un processo di ridefinizione di contesti e luoghi ad elevata complessità, al fine di contribuire all’azione di qualificazione spaziale e sociale in atto. Il territorio costituisce l’orizzonte con il quale il nuovo stadio multifunzionale si confronta, introducendo opportunità e logiche di qualificazione e valorizzazione fisica, economica e sociale di una realtà in dinamica evoluzione: progettare uno stadio significa oggi progettare il territorio congiuntamente ad una delle sue principali infrastrutture culturali.